Uomo e donna: nozze terrene e nozze eterne

Nella parte finale del commento alla Lettera ai vescovi della Chiesa Cattolica sulla collaborazione dell’uomo e della donna nella Chiesa e nel mondo”, A.M. Pelletier esamina le relazioni fra uomo e donna presenti nel Nuovo Testamento.

Dal Vangelo di Giovanni sottolinea gli episodi delle nozze di Cana e della Passione di Gesù, nei quali le nozze messianiche inaugurano la Nuova Alleanza, ponendo la coppia umana al centro dell’alleanza nuziale.

Dal Vangelo di Matteo presenta il capitolo 19, in cui Gesù disapprova l’atto di ripudio, rivendicando l’indissolubilità del matrimonio voluta dal Padre celeste fin dalle Origini, e mai revocata. Nei Vangeli, quindi, il Regno dei Cieli è evidenziato come la condizione nuova, nella quale uomini e donne, in Cristo, vivono indissolubilmente, la fedeltà dell’amore più forte del peccato.

È la sua grazia a conferire la capacità di amare come Egli stesso ama. Di qui l’essenzialità attribuita alla relazione fra l’uomo e la donna dal progetto di Dio, per tutta l’umanità.

Il Signore non intende affatto abolire o superare la differenza fra uomo e donna, ma ne fa la condizione terrena stabile, duratura, destinata a durare nell’eternità.

Nel finale dell’Apocalisse, la Sposa (Chiesa) e lo Spirito Santo invocano a gran voce lo Sposo (Cristo) perché, fin dall’eternità, Dio ha preparato per quanti lo amano, la trasfigurazione della differenza e dell’inseparabilità di uomini e donne. Essi non vivono più in un mondo dominato dal peccato e dalla morte, ma già rinnovato dalla vita, santità e potenza divina.

Celibato e verginità testimoniano, quindi, la vita divina nella Gerusalemme celeste, in cui la differenza fra uomo e donna manifesta la gloria di Dio e la vera autenticità umana. Maschile e femminile sono e saranno per sempre espressione della creazione rinnovata nella gloria.

Il Nuovo Testamento, quindi, valorizza la relazione uomo-donna, chiarisce l’identità di entrambi e completa quanto Dio stabilì presentando la donna all’uomo (Genesi, 2).

La donna non è solo il sostegno per alleggerire le fatiche terrestri dell’uomo. Prima di tutto è il dono unico, il complemento vitale e la presenza insostituibile di cui l’uomo ha assoluta necessità. Nella donna, Dio esprime il riflesso della propria esistenza, che l’uomo deve riconoscere. Nella donna, Dio rivela e fa conoscere se stesso come insondabile mistero d’amore, insito nella differenza-comunione della coppia.

Anche la Lettera agli Efesini (cap. 5) invita a riconoscere, nell’amore vissuto dalla coppia cristiana, il mistero dell’amore nuziale di Cristo e la sua Chiesa. Verità, pienezza e chiarezza della persona e della coppia emergono nella differenza-comunione del maschile e femminile.

Questa vocazione alla comunione è identica nell’uomo e nella donna. Per questo devono: vivere uno grazie all’altro e uno per l’altro; accogliersi nella piena collaborazione della comunione; esprimersi l’un l’altro quella carità-amore che è l’essenza stessa della vita divina.

Il Nuovo Testamento esprime la visione della coppia uomo-donna, rinnovata dallo Spirito Santo come novità. È questa il Vangelo o “buona notizia” della fede cristiana agli uomini e donne che vogliono camminare nella verità, nell’ amore e nella luce di Cristo. 

Gualberto Gismondi

 


 

Creazione: inizio dell’alleanza sponsale fra Dio e l’umanità

Nel paragrafo precedente abbiamo considerato la rivelazione divina riguardante la verità fondamentale della persona umana, uomo e donna e della loro relazione. Il giudizio di Dio Creatore su essi è: “molto buono”.

La situazione, però, mutò drammaticamente col peccato. descritto nel capitolo 3 della Genesi, che deteriorò la relazione dei progenitori con Dio e fra loro. La Scrittura collega il deterioramento dei rapporti fra uomo e donna a quello dei rapporti fra l’uomo e Dio.

La conseguenza della disobbedienza al comandamento divino è emblematica. Si attua un’implicazione vicendevole fra il rifiuto verso Dio e il rifiuto di riconoscersi creature dinanzi al Creatore.

Di lì emerge la difficoltà di vivere correttamente sia la relazionale comunionale che la differenza tra i sessi. Differenza che è propria e specifica della natura relazionale, che caratterizza ogni essere umano e tutta l’umanità.

Da questa drammatica situazione ne deriva un’altra, ancora maggiore: diventa difficile manifestare il volto divino, attraverso l’un l’altro, fra i due che il Signore ha creato a sua immagine e somiglianza.

La Scrittura, infatti, rivela che Dio si manifesta al suo popolo nella relazione di alleanza, che è, esattamente, un’alleanza sponsale-coniugale. Riconciliando l’umanità col suo Creatore, Gesù ha fatto confluire nell’alleanza anche la propria relazione filiale con il Padre.

Per illustrare il mistero dell’Alleanza di Dio col suo popolo, i profeti ricorrono più volte all’immagine dell’alleanza sponsale e coniugale. Essa, però, esprime una relazione nella quale lo sposo, Dio, è sempre fedele, mentre la sposa, Israele, è frequentemente infedele.

Osea e Isaia, descrivono in termini drammatici le ripetute cadute nell’infedeltà, da parte di d’Israele, che mettono a dura prova l’Alleanza. La salvezza, perciò, è indicata come amore eternamente fedele di Dio, unito all’amore egualmente fedele del suo Servo Obbediente.

Queste immagini e termini esprimono un collegamento fra il maschile e il femminile e fra l’uomo e la donna, che potrà essere definitivamente chiarito, soltanto quando l’uomo Gesù Cristo si manifesterà nascendo dalla donna, sua Madre, la Beatissima Vergine Maria.

Già nell’Antico Testamento, però, il libro biblico “Cantico dei Cantici”, nelle sue pagine ispirate, univa il massimo dell’amore divino e dell’amore umano, maschile e femminile, per descrivere le relazioni che, nell’amore specificamente umano, fondano la coppia.Relazioni fra uomo e donna come relazioni fra Dio e l’umanità.

Nel mistero della salvezza, l’esperienza dell’alleanza umana fra uomo e donna è costantemente assunta, ripresa e superata nella realtà divina. L’Antico Testamento si esprime come se la Rivelazione, per farsi conoscere, dovesse passare veramente attraverso la relazione di alleanza, come realtà centrale della vita umana.

Il Nuovo Testamento, a sua volta, porta a pienezza la rivelazione dell’amore sponsale e nuziale di Dio, già iniziata nell’Antico Testamento.

Nella sua maschilità, l’Unigenito Figlio del Padre, Gesù, riassume l’annuncio profetico riguardante l’amore di Dio-Sposo e lo esplicita immolando e donando la sua vita sulla Croce, per puro amore al Padre, alla Chiesa sua sposa e all’umanità.

Gualberto Gismondi

 


 

Bibbia e corpo umano: corporeità, sponsalità, diversità, unione

Sempre in tema di distinzione, differenze e cooperazione fra uomo e donna, va sottolineato il fatto che la verità dell’umanità: uomo-donna creata a immagine e somiglianza di Dio (Gen 1, 26), e quella della differenza dei sessi (Gen 1,27) sono state continuamente e unitamente proposte e spiegate sia dalle Chiese d’Oriente (S. Gregorio di Nissa) che da quelle d’Occidente (S. Ireneo, S. Agostino).

La distinzione, infatti, è il presupposto e la condizione della relazione che sta alla base della vita umana. Dio ha creato le persone umane per la relazione di comunione. Ogni essere umano, uomo e donna, quindi, è contrassegnato fin dalla sua nascita dalla differenza di sesso, che Dio chiama a vivere nella relazione di comunione, nel modo giusto, corretto e a lui appropriato.

La Bibbia considera sterili e apportatori di morte i rapporti sessuali indistinti o confusi. L’essere umano, infatti, trova la propria identità e realizza in sé l’immagine divina che Dio ha posto in lui, confrontandosi con l’altro, considerato congiuntamente, ossia insieme, come pari a lui e tuttavia anche differente.

Questa visione biblica risulta fondamentale anche nella nostra epoca attuale, nella quale le lobby d’interessi e di potere cercano d’imporre, con ogni mezzo, ideologie antropologiche infondate, con le quali pretendono di cancellare il fatto, dato e realtà della differenza dei sessi e confondere l’autentica relazione di comunione fra i sessi.

Tali ideologie, però, sono soltanto opinioni, meramente soggettive e, quel che è peggio, controfattuali ossia contraddette dai fatti. Esse raffigurano il rapporto fra uomo e donna esclusivamente in termini di lotta, competizione, concorrenza, e conquista del potere. Solo in questi modi, quasi sempre violenti e innaturali, pretenderebbero sanare le vigenti ingiustizie.

Di fronte a queste pretese ascientifiche e antiscientifiche, anti-filosofiche ed esclusivamente ideologiche, la Parola di Dio continua a indicare l’identità, vera, autentica e oggettiva di ogni uomo e donna. Essa mostra che l’essere umano, uomo e donna, non può stare l’uno senza l’altro, ma può vivere soltanto nel ciascuno attraverso l’altro.

Questi elementi, essenziali e decisivi per giudicare la sessualità umana, si manifestano con particolare evidenza anche nel carattere sponsale del corpo umano. Ogni corpo è segnato da una differenza che lo rende maschile o femminile e lo invita alla relazione di comunione, secondo le proprie modalità espressive che sono, insieme, fisiche, psicologiche e spirituali.

Esse vanno sempre tenute unite, poiché la dimensione corporea della sessualità si amplia verso la sua dimensione psicologico-affettiva e, infine, verso l’ulteriore dimensione teologico-teologale.

Questa triplice dimensione mostra l’esistenza della relazionale comunionale dell’umanità, presente in ogni uomo e in ogni donna, come l'espressione più concreta e visibile del grande mistero dell’immagine e somiglianza della coppia uomo-donna con Colui che è Dio-Vita-Verità-Amore.  

Gualberto Gismondi