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    «Era nato per fare il religioso, cioè non il parroco nel senso canonico e preciso del termine: s'era fatto frate per vivere in convento, povero per non toccare denaro, francescano per essere libero come una rondine: di tutte queste cose non gliene fu consentita esternamente una, perchè dal 1863 al 1912 egli fu chiamato dall'obbedienza a lasciare il convento e fare il parroco d'un paese che di parroci ne aveva cacciati quattro uno dopo l'altro».

    «Chesterton ha spiegato "il segreto di san Francesco" con queste semplici parole: "Egli ha fatto tutto da innamorato". Di padre Giacomo si può ripetere la stessa cosa: chi legge la sua vita, lo guarda rubarsi il letto nel cuore della notte per darlo ad un povero, o assidersi ogni venerdì alla mensa dei poveri da lui sostenuti e mangiare con loro nella scodella di legno, sente che solo l'amore governa questa fervida fantasia, suggerisce questi gesti , determina questi slanci che ci commuovono ancora».

                                                                                       NAZARENO FABRETTI

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