Dal 17 dicembre al Natale: speranza e gioia  Cammino di Maria e Giuseppe

 

Il primo periodo dell’Avvento, dalla prima domenica al 16 dicembre, indica soprattutto il modo di considerare le venute del Signore e di prepararci ad esse. Il secondo periodo, dal 17 dicembre al Natale, indica soprattutto il mistero dell’Incarnazione e la persona Emmanuel, ossia: Dio è con noi, per prepararci ad accoglierlo nell’adorazione e nell’amore.

Le orazioni eucaristiche di questo periodo, infatti, invocano: “Dio creatore e redentore, che hai rinnovato il mondo nel tuo Verbo fatto uomo nel grembo di una Madre sempre Vergine, concedi che il tuo unico Figlio, primogenito di una moltitudine di fratelli, ci unisca a te in comunione di vita”.

La seconda parte dell’Avvento, quindi, sottolinea soprattutto che Gesù, qui e ora, è con noi e vi rimane per sempre. La sua persona è viva e vera, continua a parlarci, spezza il suo pane con noi, assolve i nostri peccati, sana le nostre colpe, guarisce i nostri mali, ci consola nelle nostre difficoltà e sofferenze, ci sostiene nelle nostre fatiche e responsabilità, ci guida e incoraggia in ogni nostro impegno per il suo Regno.

Tutti questi motivi fanno di lui la nostra gioia, la nostra speranza e la nostra forza. Diverse orazioni di questo periodo si concludono con l’invito a “venerare con fede viva e celebrare con sincero amore il grande mistero dell’Incarnazione” (17 dic.); ad “aderire umilmente e fermamente al volere di Dio, come la Vergine che si affidò totalmente alla sua parola” (20 dic.); a impegnarci perché “la nostra gioia si compia alla fine dei tempi" (21 dic.), a “partecipare alla sua vita immortale” (22 dic.).

Alla vigilia del Natale gli chiediamo che "la sua presenza fra noi dia conforto a tutti coloro che confidano nel suo amore misericordioso” (24 dic.).

Nel suggerirci questi pensieri, che generanno i giusti atteggiamenti e diventano poi i giusti comportamenti ai quali conformarci, l’avvento forma le personalità e le comunità credenti. Ogni fedele e ogni comunità ecclesiale è chiamata a operare incessantemente per la venuta del Signore, in ogni ambiente e forma di vita.

Il messaggio spirituale dell’Avvento si completa, quindi, nella testimonianza e nell’impegno ad attuare, nel nostro qui e ora, i beni e i valori dell’Incarnazione del Figlio di Dio.

Un accenno, molto concreto e realistico, è rivolto a tutti i credenti. Lo Spirito c’invita a non avere mai paura, a non perderci mai di coraggio, a non dubitare mai che il Signore sia veramente e in ogni circostanza l’Emmanuel ossia il Dio con noi.

Se ci sembra che egli tardi a venire, non dubitiamo, perché la sua venuta è certa e non mancherà. Più l’attesa si prolunga, più teniamoci pronti. La salvezza è per chi persevera nelle veglie, nella vigilanza, nella preghiera e nel lavoro di ogni giorno.

È così che rimuoviamo, in noi e nel mondo, ogni ostacolo sulla via del suo amore. Chiediamogli perciò con fede: “Signore fa che, nelle vicende della storia e del mondo, sappiamo sempre riconoscere e accogliere i segni di ogni tua venuta, in noi e fra noi”.

 

Gualberto Gismondi