Natale e Tempo Natalizio
Agli inizi, la Chiesa Occidentale e la Chiesa Orientale celebravano un’unica festa: l’Incarnazione del Verbo, ma con sfumature diverse. L’Occidente, il 25 gennaio, sottolineava soprattutto il Natale o nascita del Signore. L’Oriente, il 6 gennaio, sottolineava soprattutto l’Epifania o manifestazione del Signore a tutti i popoli e ai pagani.
Fra il IV e il V secolo, le due feste divennero indipendenti e ciascuna Chiesa sottolineò un particolare aspetto dell’unico mistero. Si ebbero così, il Natale e l’Epifania. La Chiesa d’Occidente scelse il 25 dicembre per rendere cristiane le solenni feste pagane del solstizio invernale, nelle quali, ai culti idolatrici e pagani al “Dio Sole”, si univano eccessi orgiastici e comportamenti immorali.
Il solstizio offriva un’ottima occasione per celebrare la vera luce che veniva nel mondo, il vero e unico astro luminoso del mattino, predetto nei secoli dai profeti: Gesù Cristo. Egli, infatti, è la vera luce divina, che illumina ogni persona e salva quanti siedono nelle tenebre e nell’ombra della morte.
Lungo i secoli, i grandi Concili Ecumenici di Nicea, Efeso, Calcedonia e Costantinopoli fecero emergere sempre più le ricchezze e gli splendori del gran mistero dell’Incarnazione: Gesù vero “Dio da Dio e Luce da Luce”, “Vero Dio e Vero Uomo”. Di qui la gran ricchezza di contenuti propri di questo tempo, così bello e suggestivo, anche se breve.
Un suo primo significato è l’evento rigorosamente storico e concreto, per nulla mitico o simbolico, della nascita di Gesù, in Betlemme della Giudea, al tempo di Cesare Augusto, che ordinò il censimento in Siria, sotto Quirino (Lc 2,1-3). Il vero significato profondo, però, è l’evento e il mistero della nascita di Cristo, Messia, Figlio Unigenito di Dio.
Il Verbo si fece carne non solo per allora, ma per sempre, e tale rimarrà per sempre, vivo e datore di vita divina. Un altro tema fondamentale del Natale è lo scambio mirabile fra Dio e l’uomo: “Dio si è fatto uomo affinché l’uomo diventi Dio”. Egli ha assunto tutto ciò che è nostro, eccetto il peccato, per darci tutto ciò che è suo.
La nascita di Cristo è il fondamento della solidarietà totale, perenne e indistruttibile fra Dio e l’umanità, Dio e l’uomo. Nessuno e nulla potrà mai distruggerla. L’uomo, quindi, deve collaborare.
Dice il secondo prefazio del Natale: “Nel Mistero adorabile del Natale, egli, Verbo invisibile, apparve visibilmente nella nostra carne, per assumere in sé tutto il creato e sollevarlo dalla sua caduta. Generato prima dei secoli cominciò a esistere nel tempo, per reintegrare l’universo nel tuo disegno, o Padre e ricondurre a te l’umanità dispersa”.
Gualberto Gismondi OFM