Liturgia: significato del tempo ordinario

 

Tempo OrdinarioIl tempo liturgico non è un’idea o una nozione, ma una realtà. E per essere precisi, diciamo che è una realtà della vita quotidiana. Per questo vien detto ordinario.

Gli altri tempi liturgici: Avvento, Natale, Quaresima, Pasqua celebrano eventi e misteri grandiosi. Rispettivamente significano: l’attesa del Salvatore; la sua incarnazione, la nostra preparazione alla sua Pasqua, e la sua Pasqua ossia la liberazione dal peccato e dalla morte, la redenzione, la risurrezione e la vita eterna.

Questi grandi misteri sono i grandi doni divini, che reggono le sorti di tutta l’umanità: passato, presente e futuro.

Il tempo ordinario indica come questi doni e misteri vadano vissuti quotidianamente, ossia siano resi operosi nella nostra vita quotidiana, mediante l’impegno di ogni giorno. Nel tempo ordinario, l’eccezionale diventa l’abituale, lo straordinario diventa l’ordinario.

Tutto ciò si capisce meglio vivendone che parlandone. Il tempo cosmico, nel quale si svolge e si sviluppa la storia dell’universo e la storia dell’umanità, è il tempo di Dio Creatore e Signore dei cieli, della terra e dei secoli. Il tempo liturgico è il tempo di Dio Salvatore e Redentore di tutta l’umanità.

Vi è un Salvatore e Redentore unico e solo: Gesù di Nazaret, il Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo per noi. In lui, nella sua persona, si raccolgono e concentrano tutta la pienezza umana e divina. La liturgia lo celebra come via, verità e vita dell’umanità intera e di ogni singolo essere umano.

Per questo la S. Scrittura inizia e conclude con importanti affermazioni sul tempo. Le sue prime parole sono: “In principio Dio creò il cielo e la terra” (Gen 1, 1). “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio” (Gv 1,1). Anche le ultime parole sono del Verbo: “Sì, vengo presto” (Ap 22, 20). Esse presentano Dio visibile in concreto, non in modo astratto. Cristo manifesta Dio nei suoi interventi in terra e nella storia. Tutta la rivelazione biblico-cristiana mostra quest’aspetto concreto e storico.

Non è un insieme di affermazioni astratte, di concetti razionalistici e di filosofie, ma fatti e parole concrete, espresse in chiare immagini di vita, che ci toccano da vicino. Il tempo liturgico vive e fa rivivere questa concretezza e realtà.

Presenta il Dio vivente nel suo rapporto quotidiano con noi. Egli ci è sempre vicino: nella nostra vita di lavoro, nella nostra vita familiare, nelle nostre vicende di popoli e nazioni. Tutto ciò ce lo mostra Gesù Cristo, mediante la sua persona le sue parole, i suoi gesti, i suoi comportamenti nei confronti del Padre e di noi suoi fratelli.

Le sue azioni e parole guariscono i nostri corpi, ci liberano dai nostri peccati, da ogni male e da ogni potere delle forze del male. Gesù ci dona la sua vita, nuova, eterna e la sua risurrezione. Tutta la liturgia lo celebra come la pienezza dei tempi.

Nel tempo ordinario, Gesù s’intrattiene ordinariamente e familiarmente con noi, ci svela tutti i segreti e i misteri del suo Regno, c’introduce in essi. Quanto più c’immergiamo in questi misteri tanto più viviamo in Lui, e quanto più viviamo in Lui, tanto più comprendiamo i segreti e i misteri Suoi e del suo Regno e le sue parole, che sono Spirito e Vita e non passeranno mai.

Gualberto Gismondi OFM