Battesimo del Signore al Giordano
Il battesimo del Signore è il punto di riferimento del battesimo cristiano. È molto interessante notare come gli antichi Padri della Chiesa lo interpretarono. Al Giordano avvenne la designazione ufficiale, in cui Gesù ricevette lo Spirito, in pienezza, per attuare la sua missione profetica, regale, messianica e sacerdotale che lo rese servo, vittima e sacerdote.
Egli è la primizia di ciò che il Padre, nel suo infinito amore, vuole e attua per ogni suo figlio, ossia per ciascuno di noi. Il nostro battesimo, quindi, opera e compie in noi ciò che i Vangeli ci fanno sapere essere avvenuto in Cristo: portare la buona novella a tutte le genti (Mt 28,18-19) oltre che a tutto il creato (Mc 16,15); fare discepole tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Il battesimo, quindi, dona la vita divina e la salvezza, facendoci diventare figli di Dio, discepoli e apostoli. Agli apostoli fu affidata una missione speciale, per la quale ricevettero anche i doni speciali di assolvere dai peccati e consacrare i propri successor e continuatori.
Il vangelo di Matteo (3, 13-17) mette in particolare rilievo il ruolo del fiume Giordano, nel battesimo di Gesù. Questo rilievo è molto importante perché ricollega al suo battesimo una quantità di fatti salvifici che, nell’Antico Testamento, avvennero proprio al Giordano, come notarono acutamente i Padri, nei loro approfondimenti e le loro omelie.
Le figure dell’Antico Testamento, infatti non indicano semplici immagini o illustrazioni, ma fatti concreti ed eventi reali. Qui ricordiamo solo alcuni dei più significativi.
Giosuè, succeduto a Mosè per portare a compimento l’opera divina di entrare nella Terra Promessa, attraversò il Giordano seguito dal popolo di Dio, come Mosè aveva attraversato il Mar Rosso.
Il profeta Elia attraversò il Giordano, prima di essere rapito sul carro di fuoco che lo portava definitivamente in cielo.
Il Siro Naaman, capo dell’Esercito siriano, gravemente ammalato di lebbra, venne liberato e completamente guarito dall’immersione nelle acque del Giordano. Il Vangelo c’informa che Gesù si trovava presso il Giordano quando fu avvertito della morte di Lazzaro e si avviò a farlo risorgere.
I Padri della Chiesa ne trassero le conseguenze per la vita della Chiesa e dei cristiani. S. Ambrogio definì il cristiano, atleta di Cristo e “professionista della lotta” contro il male, mediante il bene.
Dove c’è lotta e combattimento ci sono anche vittoria e premio. S. Basilio sottolinea che nel battesimo si rinuncia non solo a Satana, ma anche a tutti quelli che sono gli “strumenti di satana”, ossia gli idolatri, i diffusori di errori, i maestri di vizi e di mondanità.
Al riguardo, la mirabile sintesi del “Catechismo della Chiesa Cattolica” sottolinea: “Il Santo battesimo è il fondamento di tutta la vita cristiana. Il vestibolo d’ingresso alla vita nello Spirito … Mediante il battesimo siamo liberati dal peccato e rigenerati come figli di Dio, diveniamo membra di Cristo; siamo incorporati alla Chiesa e resi partecipi della sua missione” (n. 1213).
Preghiamo, quindi, con la Chiesa, e come fa la Chiesa, nella sua liturgia: “Padre onnipotente ed eterno, che dopo il battesimo nel fiume Giordano proclamasti il Cristo tuo diletto Figlio, mentre discendeva su di lui lo Spirito Santo, concedi anche a noi tuoi figli, rinati dall’acqua e dallo Spirito, di vivere sempre nel tuo amore”.
Gualberto Gismondi OFM