• 25 Nov

XXXIV Domenica del Tempo Ordinario A22 Novembre 2020

34ª Domenica del Tempo Ordinario:

Cristo Re. Il regno preparato fin dalla creazione del mondo

In questa domenica che conclude l’anno liturgico, risplende la figura di Gesù Cristo Re Universale.

Gesù disse che il suo Regno non è di questo mondo, ma è Regno di Dio o Regno dei cieli.

Nel Nuovo Testamento questi termini ricorrono più di 160 volte e la liturgia li riassume assai bene nel Prefazio di oggi: “Regno eterno e universale, regno di verità e di vita, regno di santità e di grazia, regno di giustizia, di amore e di pace”.  

Ascoltiamo la Parola di Dio 

Ez 34,11-12.15-17: 11Così dice il Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e le passerò in rassegna. 12Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine.15Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio. 16Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all'ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia.17A te, mio gregge, così dice il Signore Dio: Ecco, io giudicherò fra pecora e pecora, fra montoni e capri.  

1Cor 15,20-26.28: Fratelli, 20Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. 21Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. 22Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita. 23Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. 24Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza. 25È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi . 26L'ultimo nemico a essere annientato sarà la morte. 28E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anch'egli, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti.

Mt 25,31-46: In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: 31“Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. 32Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, 33e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. 34Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: "Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, 35perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, 36nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi". 37Allora i giusti gli risponderanno: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? 38Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? 39Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?". 40E il re risponderà loro: "In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me". 41Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: "Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, 42perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, 43ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato". 44Anch'essi allora risponderanno: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?". 45Allora egli risponderà loro: "In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l'avete fatto a me". E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna”.

Meditiamo con lo Spirito Santo  

In quest’ultima domenica, l’anno liturgico si conclude con la splendida immagine di Gesù Cristo Re dell’Universo.

A Pilato che lo interroga, Gesù dice che il suo Regno non è di questo mondo (Gv 18,36). I termini: Regno di Dio e/o Regno dei cieli che ricorrono più di 160 volte nel Nuovo Testamento, sono riassunti nella liturgia eucaristica: “regno eterno e universale, regno di verità e di vita, regno di santità e di grazia, regno di giustizia, di amore e di pace(prefazio).

Il Regno è al centro della predicazione di Gesù, progetto divino: di salvezza e di giudizio, di liberazione dal male, di vittoria su peccati e ingiustizie, di Resurrezione e vita eterna. Gesù lo ha iniziato nel mondo e nella storia umana, nascendo in una grotta e lo ha concluso lasciandosi inchiodare su una croce, morendo su di essa come suo trono.

Il suo regno, quindi, nega ogni potere umano perché si lega solo all’amore divino, vissuto nell’umiltà, la sofferenza e il servizio. Per questo non fallisce mai ed è votato alla vittoria finale e al trionfo eterno. Il giudizio di Gesù non lascia dubbi: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo”.

Il Signore Gesù è Re del suo nuovo Regno nel quale i poveri sono beati, la pace è principio di convivenza, i puri di cuore sono esaltati, chi piange è consolato, chi lotta e soffre per la giustizia è rivendicato, i peccatori sono perdonati, tutti sono fratelli. Questi suoi caratteri abbattono: potenti e prepotenti del mondo, autori di violenze e di morte e quanti amano solo se stessi. Danno, invece, gioia a coraggio a quanti contano solo su Dio: poveri, piccoli, sofferenti, umili e ultimi. Sono questi, infatti, a contare veramente agli occhi di Dio.

La prima lettura sottolinea la grande figura biblica del vero e autentico pastore: Cristo “Re dei re” e “Grande pastore delle nostre anime”. Che raduna le sue pecore, le conduce a verdi pascoli, le fa riposare, cerca quelle perdute, riconduce all'ovile quelle smarrite, fascia quelle ferite, cura le malate, pasce tutte con grande giustizia.

S. Paolo inserisce Cristo nel quadro grandioso della storia mondiale. Regnerà finché non avrà posto tutti i nemici sotto i suoi piedi, avrà ridotto al nulla Principati, Potenze, Forze e annientato l'ultimo nemico: la morte. Allora consegnerà il Regno a Dio Padre. La solennità di questa consegna avviene in un grandioso scenario conclusivo che decide dell’eternità.

Non è solennità mondana, con delegazioni ufficiali e personaggi nobili e potenti. È solennità biblico-evangelica per i giusti che servirono i malati, i carcerati, i poveri, gli affamati, gli ignudi, gli stranieri e gli afflitti. Non vi trionfa la potenza terrena ma l’amore di chi, volendo essere grande si è fatto servo e volendo essere primo si è fatto ultimo di tutti (Mc 10,42-44). Il Regno di Cristo, di giustizia, amore e pace domina incontrastato per sempre (Eb 13,8), perché solo il Cristo è il senso profondo dell’universo, il fine della storia e la “speranza della gloria(Col 1,27) per ogni uomo.    

Preghiamo con la Liturgia e la Chiesa 

Nella prima orazione la Chiesa invoca dal Padre che, nelle tormentate vicende della storia, il Regno del suo Figlio gli riconsegni l’opera della redenzione in cui Dio è tutto in tutti: O Padre, che hai posto il tuo Figlio come unico re e pastore di tutti gli uomini, per costruire nelle tormentate vicende della storia il tuo regno d’amore, alimenta in noi la certezza di fede, che un giorno annientato anche l’ultimo nemico, la morte, egli ti consegnerà l’opera della tua redenzione, perché tu sia tutto in tutti”.

Offrendo il pane e il vino chiediamo al Padre che il sacrificio di riconciliazione unisca tutti i popoli nel dono dell’unità e della pace: “Accetta, o Padre, questo sacrificio di riconciliazione e per i meriti di Cristo tuo Figlio concedi a tutti i popoli il dono dell’unità e della pace”. 

Nutriti dall’Eucaristia chiediamo al Padre di vivere sempre nell’obbedienza gioiosa a Cristo per poter entrare nel suo regno glorioso senza fine: “O Dio, nostro Padre, che ci hai nutriti con il pane della vita immortale, fa’ che obbediamo con gioia a Cristo, Re dell’universo, per vivere senza fine con lui, nel suo regno glorioso”.

Gualberto Gismondi OFM