• 28 Ott

XXX Domenica del Tempo Ordinario A25 Ottobre 2020

30ª Domenica del Tempo Ordinario:

Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, anima e mente

L’insegnamento di questa domenica riassume tutto il nostro essere cristiani: amare il Signore Dio con tutto il cuore, anima e mente e il prossimo come noi stessi.

Benché espresso in due parti l’impegno è unico: amare. Dio è amore. È questa la sua definizione più vera, autentica ed elevata. Nessun’altra può eguagliarla né sostituirla.

Dio è amore. Nulla è più grande di questo.  

Ascoltiamo la Parola di Dio 

Es 22,21-26: Così dice il Signore: 21non molesterai il forestiero né lo opprimerai, perché voi siete stati forestieri in terra d’Egitto. Non maltratterai la vedova o l'orfano. 22Se tu lo maltratti, quando invocherà da me l'aiuto, io darò ascolto al suo grido, 23la mia ira si accenderà e vi farò morire di spada: le vostre mogli saranno vedove e i vostri figli orfani.24Se tu presti denaro a qualcuno del mio popolo, all'indigente che sta con te, non ti comporterai con lui da usuraio: voi non dovete imporgli alcun interesse.25Se prendi in pegno il mantello del tuo prossimo, glielo renderai prima del tramonto del sole, 26perché è la sua sola coperta, è il mantello per la sua pelle; come potrebbe coprirsi dormendo? Altrimenti, quando griderà verso di me, io l'ascolterò, perché io sono pietoso. 

1Ts 1,5-10: Fratelli, 5ben sapete come ci siamo comportati in mezzo a voi per il vostro bene.6E voi avete seguito il nostro esempio e quello del Signore, avendo accolto la Parola in mezzo a grandi prove, con la gioia dello Spirito Santo, 7così da diventare modello per tutti i credenti della Macedonia e dell'Acaia. 8Infatti per mezzo vostro la parola del Signore risuona non soltanto in Macedonia e in Acaia, ma la vostra fede in Dio si è diffusa dappertutto, tanto che non abbiamo bisogno di parlarne. 9Sono essi infatti a raccontare come noi siamo venuti in mezzo a voi e come vi siete convertiti dagli idoli a Dio, per servire il Dio vivo e vero 10e attendere dai cieli il suo Figlio, che egli ha risuscitato dai morti, Gesù, il quale ci libera dall'ira che viene.

Mt 22,34-40: In quel tempo 34i farisei, avendo udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme 35e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: 36"Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?". 37Gli rispose: " Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. 38Questo è il grande e primo comandamento. 39Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. 40Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti".

Meditiamo con lo Spirito Santo  

Gesù rispondendo a farisei e dottori della Legge esprime la suprema verità della vita: l’amore. 

La parola di Gesù è ben più di un comandamento. Per l’amore e la verità divina ogni termine umano: legge, comandamento, precetto, norma ecc. è del tutto inappropriato. Prima di giungere a una qualche comprensione dell’asserzione “Dio è Amore” dobbiamo purificare tutte le concezioni umane dell’amore, eliminando le visioni che rendono il termine inaccessibile, e quelle riduttive di un amore puramente umano.

Soltanto la rivelazione divina riesce a esprimere Dio, amore perfettamente gratuito e totalmente generoso, tenerezza immensa che, senza sacrificare nulla della sua infinita santità, si apre con pienezza e si dona con perfezione di misericordia. L’amore di Dio è gratuito e generoso come esprimono i termini di “amicizia”, “alleanza” e “promesse di salvezza”. Tutti e in particolare il suo popolo devono amarlo con tutto il cuore e  se stessi.

Per queste esigenze troppo grandi per l’uomo peccatore, vi è la totale necessità di un aiuto e grazia divini, che il Signore dona senz’alcun limite.

Diversamente dall’Antico Testamento, il Nuovo  esprime l’amore divino nel fatto unico di Gesù, il Figlio di Dio, che viene nel mondo a vivere il dialogo della vita d’amore fra Dio e l’uomo. Tutto avviene nella la persona di Gesù, in cui Dio ama riamato l’uomo. Amare Gesù è amare il Padre. Si ama ascoltando la Parola divina, seguendo Gesù e rinunziando a tutto. Gesù dona tutto al Padre, senza riserve, e agli uomini senza eccezioni. Di tutte le parole umane, solo “amore” lascia intravvedere il mistero del Dio Unitrino, eterno dono d’amore reciproco fra Padre, Figlio e Spirito Santo.

Gesù completa il discorso invitando ad amare il prossimo come noi stessi. Prima di morire, però chiederà molto di più: amarci l’un l’altro, come lui ha amato noi.

La lettura dal libro dell’Esodo aiuta a capire lo sforzo immenso del Signore per rendere capace di amore un’umanità che Genesi mostra gloriarsi di “vendicarsi settanta volte sette”. Dall’abisso estremo della vendetta senza fine dell’umanità peccatrice, alla vetta vertiginosa dell’“amatevi l’un l’altro come io ho amato voi”, del Figlio di Dio, c’è un abisso che solo l’amore onnipotente e infinito di Dio poteva colmare. Il Figlio Gesù la colmò a prezzo della sua incarnazione, passione e morte sulla croce.

Amare Dio senza fine e senza limiti, e amarci gli uni gli altri come ci ha amato Gesù è diventato possibile solo per l’infinito dono di grazia del Padre, Figlio e Spirito Santo. La liturgia di questa domenica esprime mirabilmente questo prodigio, superiore a ogni altro. L’orazione principale, infatti, considera che il Padre sempre fa ogni cosa per l’amore e la difesa degli ultimi: umili, sofferenti e poveri. Solo lui, quindi, può liberare il nostro cuore da tutti gli idoli di: ricchezza, denaro, potere, piaceri e beni terreni.

Solo dopo aver ricevuto il suo indispensabile dono di liberazione, possiamo impegnarci ad amare e servire totalmente Dio e i nostri fratelli nella grazia di Cristo e del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Preghiamo con la Liturgia e la Chiesa 

Invochiamo con gioia il Padre, che fa tutto per amore e difende umili e poveri, perché ci liberi dalla schiavitù di tutti gli idoli, ci renda capaci di servire lui e il preossimo, e renda il suo amore legge della nostra vita: “O Padre, che fai ogni cosa per amore e sei la più sicura difesa degli umili e dei poveri, donaci un cuore libero da tutti gli idoli, per servire te solo e amare i fratelli secondo lo Spirito del tuo Figlio, facendo del suo comandamento nuovo l’unica legge della vita”.

L’offerta e i doni che presentiamo al Signore rendano piena gloria al suo nome: “Guarda, Signore, i doni che ti presentiamo: questa offerta, espressione del nostro servizio sacerdotale, salga fino a te e renda gloria al tuo nome”.

L’Eucaristia, sacramento della nostra fede, ci ottenga il possesso delle realtà eterne che celebriamo nel mistero: “Signore, questo sacramento della nostra fede compia in noi ciò che esprime e ci ottenga il possesso delle realtà eterne, che ora celebriamo nel mistero”. 

Gualberto Gismondi OFM