• 22 Dic

Natale del Signore 2020

Natale Michelangelo 1

Natale: Messa della Notte: Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio

 

Le parole più suggestive della Messa della notte sono queste: un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Non un figlio qualunque, ma il Figlio di Dio. Egli è la grazia, ossia il dono gratuito d’amore che porta la salvezza, ossia la vita divina a tutta l’umanità.

  

 

Ascoltiamo la Parola di Dio

 

Is 9, 1-3. 5-6 “1Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse.2Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si miete e come si esulta quando si divide la preda.3Perché tu hai spezzato il giogo che l'opprimeva, la sbarra sulle sue spalle, e il bastone del suo aguzzino, come nel giorno di Madian. 5Perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il potere e il suo nome sarà: Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace. 6Grande sarà il suo potere e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul suo regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e per sempre. Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti”.

Tt 2, 11-14 “11È apparsa infatti la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini 12e ci insegna a rinnegare l'empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, 13nell'attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. 14Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone”.

 

Lc 2, 1-14: “1 In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. 2Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. 3Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. 4Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nazareth, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. 5Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. 6Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. 7Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'alloggio.8C'erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all'aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. 9Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, 10ma l'angelo disse loro: "Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 11oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. 12Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia". 13E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste, che lodava Dio e diceva:14"Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama"”. 

 

 

Meditiamo con l’aiuto dello Spirito Santo

 

Nella prima lettura del profeta Isaia, il grande inno messianico è tutto uno splendore di luce e di gioia: “Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse”. Celebra la luce divina che fuga tutte le tenebre  d’oppressione, d’ ingiustizia e violenza umana. Luce è il bambino tenero e fragile, nato per noi, atteso da sempre: Principe della pace, Re del Regno senza  fine, Dio potente.

Illuminati da questa luce, ieri, oggi e sempre i credenti accorrono alla grotta, nel cuore della notte, per vedere e gioire. Il resto del mondo, invece, dorme e giace nell’oscurità e le tenebre. Il Salvatore è nato in un modesto villaggio ai margini del mondo e giace nella mangiatoia di una grotta. Per lui, Re dei re, Signore dei Signori, Consigliere ammirabile, che è nato per noi, fra noi non trova posto né riceve alloggio. Questo paradosso illumina e spiega tutti i paradossi descritti nei Vangeli. I fedeli, che nella notte oscura corrono verso le chiese luminose, per unire i loro canti di gioia e ringraziamento a quelli degli angeli, rinnovano sempre la grande gioia dei pastori.

Ovunque vi siano le tenebre, ombre e oscurità degli uomini, la gloria e l’amore del Signore le illuminano di sfolgorante luce divina. L’Angelo del Signore proclama a tutti: “non temete” … “vi annuncio una grande gioia” … “oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore”. La moltitudine di angeli canta: "Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama". Il Natale inizia sempre così. Dall’alto dei cieli scendono: luce, gioia, pace, canti angelici, amore di Dio per tutta l’umanità. Nessuno è escluso. È il paradosso dell’opposizione irriducibile della vana potenza e ricchezza terrena umana, e la povertà e umiltà di Dio. Chiediamoci: dove sono la potenza e il fasto dell’Impero romano e di tutti gli Imperi che si alternarono sulla Terra? Chi li ricorda? Ogni Natale, invece, nel mondo intero, folle di fedeli accorrono festanti e gioiose alla culla, povera e umile ma luminosa, dell’Emmanuel: Dio con noi. Egli rinasce sempre per arricchirci con i suoi doni gratuiti e generosi: misericordia, salvezza, fede, pace, speranza, amore, gioia, vita divina, vita eterna, felicità, risurrezione. Sono i doni che noi dobbiamo offrire, in modo generoso e gratuito ai nostri fratelli, cominciando dai più poveri, sprovveduti e sofferenti.

La Chiesa invita tutti a ricevere e diffondere i doni meravigliosi e inesauribili del Natale e dell’Incarnazione perché soltanto l’Emmanuel: il Dio per sempre con noi, solo Gesù: il Dio Salvatore donano misericordia, riconciliazione, perdono, pace, speranza, amore e gioia perfetta a tutta l’umanità.

 

Preghiamo con la Liturgia della Chiesa

 

La liturgia del Natale ispira le sue preghiere a Cristo, vera luce del mondo e gloria del cielo. Preghiamo così anche noi: O Dio, che hai illuminato questa santissima notte con lo splendore di Cristo, vera luce del mondo, concedi a noi, che sulla terra lo contempliamo nei suoi misteri, di partecipare alla sua gloria nel cielo.

L’invito della Chiesa è al Padre perché ci trasformi nel suo Cristo Diletto, che ci ha innalzati accanto a sé nella gloria. Diciamo con essa: Accetta, o Padre, la nostra offerta in questa notte di luce, e per questo misterioso scambio di doni trasformaci nel Cristo tuo Figlio, che ha innalzato l’uomo accanto a te nella gloria.

Infine, chiediamo ancora con la Chiesa, al Signore, di fare di noi i testimoni convinti e impegnati ad annunziare la salvezza, con tutta la nostra vita: O Dio, che ci hai convocati a celebrare nella gioia la nascita del Redentore, fa’ che testimoniamo nella vita l’annunzio della salvezza, per giungere alla gloria del cielo”.

 

Adorazione dei pastoriNatale Messa dell’Aurora:  Andiamo fino a Betlemme

    

Come i pastori, che il Padre ha invitato come primi testimoni della nascita del suo Figlio, il Signore Gesù, e come primi e diretti protagonisti scelti e inviati ad annunciarla al suo popolo e a tutti gli uomini, andiamo anche noi a Betlemme, nel freddo e nelle tenebre delle nostre notti umane.

 

Ascoltiamo la Parola di Dio

  

 Is 62, 11-12: “11Ecco ciò che il Signore fa sentire all'estremità della terra: Dite alla figlia di Sion: "Ecco, arriva il tuo salvatore; ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precede".12Li chiameranno "Popolo santo", "Redenti del Signore". E tu sarai chiamata Ricercata, "Città non abbandonata"”.

 

Tt 3, 4-7: “4Ma quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini,5egli ci ha salvati, non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, con un'acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo,6che Dio ha effuso su di noi in abbondanza per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro,7affinché, giustificati per la sua grazia, diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna”.

Lc 2, 15-20: “15Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l'un l'altro: "Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere". 16Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. 17E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. 19Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. 20I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro”.

 

Meditiamo con l’aiuto dello Spirito Santo

 

A Natale, nella Messa dell’Aurora, il Vangelo presenta i pastori, primi testimoni della nascita del Signore Gesù, protagonisti scelti dal Padre. Sono i più semplici, i più poveri e umili, che devono vegliare le greggi altrui nelle notti più fredde e buie. Svolgono un lavoro duro, pericoloso, pesante e mal retribuito. Essi devono vegliare mentre gli altri dormono. Nel colmo della notte fredda e buia sono colti di sorpresa, svegliati da una gran luce e dal canto festoso degli angeli. Discutono se andare a vedere quello che gli angeli annunziano, poi decidono e agiscono, con il coraggio e la generosità propria dei poveri. Dicono: “vediamo quest’avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere”. In loro la fede prevale su ogni altro ragionamento o emozione. Poiché il Signore fa conoscere quest’avvenimento, la fede ispira iniziative, coraggio e concretezza. Decidono, perciò: “Andiamo a Betlemme”.

Il loro “andare senza indugi, di notte, con fede, produce ottimi risultati: “trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia”. Vedono e ascoltano. Capiscono che, da poveri pastori, Dio li ha fatti veramente suoi testimoni autentici, credibili e affidabili. Il messaggio degli angeli li aveva avvertiti e illuminati, ma ora hanno visto, udito e conosciuto da se stessi quello che il Signore aveva annunciato loro mediante i suoi messaggeri. Ora i messaggeri e i testimoni son loro. La verità li rende chiari, decisi e coraggiosi. Riferiscono a tutti tutto quello che hanno visto e fanno stupire tutti. Luca descrive così tale risultato: “Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori”. È lo stupore che viene dagli interventi divini.

Nella seconda lettura, San Paolo ne dà le ragioni: “lo Spirito Santo, che Dio ha effuso su di noi in abbondanza per mezzo di Gesù Cristo, Salvatore nostroci ha rigenerati, rinnovati e giustificati con la grazia, e fatto verieredi della vita eterna”. Gesù, il nostro Salvatore ci ha fatti suo: "Popolo santo". Siamo stati "Redenti del Signore" e “Ricercati”. Siamo diventati una “Città non abbandonata" ma eletta e diletta.

Ogni anno il Natale chiama tutti noi a vedere e udire ciò che videro e udirono quei pastori. Il Signore illumina con a sua fede le nostre notti, perché possiamo conoscere sempre “più” ciò che è invisibile, credere in ciò che è il vero centro e vero mistero della nostra fede, in ciò che è fonte della nostra salvezza e fondamento della nostra gioia. La Messa del giorno approfondirà ancora più l’inesauribile mistero del Natale. La profezia isaiana avverte tutti: “Ecco arriva il tuo Salvatore con il premio e la ricompensa”. S. Paolo precisa ulteriormente: il Figlio di Dio ci rinnova e rigenera con l’acqua, nello Spirito Santo e ci rende eredi della sua vita e gloria eterna.

 

Preghiamo con la Liturgia della Chiesa

 

Con la loro profondità, le tre orazioni principali della Liturgia completano la conoscenza del mistero della fede, che ci avvolge nella nuova luce di Cristo: Signore, Dio Onnipotente, che ci avvolgi della nuova luce del tuo Verbo fatto uomo, fa’ che risplenda nelle nostre opere il mistero delle fede che rifulge nel nostro spirito.

Nel pane e nel vino consacrati, noi partecipiamo alla vita immortale di Cristo uomo e Dio. Per questo chiediamo: Le nostre offerte, o Padre, siano degne del mistero che oggi celebriamo; tu che nel Natale ci hai rivelato il Cristo uomo e Dio, fa’ che nel pane e vino da te consacrati partecipiamo alla sua vita immortale.

Nella preghiera conclusiva invochiamo, con la Chiesa, che la grande profondità del mistero dell’Incarnazione ci consenta di viverlo ogni giorno con sincerità, generosità, profondità e intensità d’amore:O Dio, che ci hai radunato a celebrare in devota letizia la nascita del tuo Figlio, concedi alla tua Chiesa  di conoscere con la fede le profondità del tuo mistero e di viverlo con amore intenso e generoso”.

 

Carlo Maratta nativitàNatale Messa del giorno: Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato

  

Come il sole, in pieno giorno, splende alto nel cielo, inondando tutto e tutti con la sua luce potente e meravigliosa, così il grande Mistero della nostra fede, l’Incarnazione di Cristo, illumina l’umanità e il mondo del suo splendore. È questo, a grandi linee, il messaggio della Messa del giorno.

 

Ascoltiamo la Parola di Dio

 

Is 52, 7-10: “7Come sono belli sui monti i piedi del messaggero che annuncia la pace, del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza, che dice a Sion: "Regna il tuo Dio".8Una voce! Le tue sentinelle alzano la voce, insieme esultano, poiché vedono con gli occhi il ritorno del Signore a Sion.9Prorompete insieme in canti di gioia, rovine di Gerusalemme, perché il Signore ha consolato il suo popolo, ha riscattato Gerusalemme.10Il Signore ha snudato il suo santo braccio davanti a tutte le nazioni; tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio”.

Eb 1, 1-6: “1 Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, 2ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo. 3Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell'alto dei cieli, 4divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato.5Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto: Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato? E ancora: Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio ? 6Quando invece introduce il primogenito nel mondo, dice: Lo adorino tutti gli angeli di Dio”.

 

Gv 1, 1-18: “1 In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.2Egli era, in principio, presso Dio:3tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui  nulla è stato fatto di ciò che esiste.4In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini;5la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta.6Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni.7Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui.8Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.9Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. 10Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto.11Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto.12A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome,13i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.14E il Verbo si fece carnee venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità.15Giovanni gli dà testimonianza e proclama: "Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me".16Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia.17Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè ,la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.18Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato”.

   

Meditiamo con l’aiuto dello Spirito Santo

 

In pieno giorno il sole splende alto nel cielo, inondando tutto e tutti con la sua luce meravigliosa. Nel Natale la Messa del Giorno illumina il mondo con lo splendore dell’Incarnazione di Cristo, il grande Mistero della nostra fede. La parola del Signore è la luce, della quale la seconda lettura sottolinea le manifestazioni. Nei tempi antichi, infatti, il Signore parlò molte volte e in diversi modi per mezzo dei suoi profeti. Dalla nascita di Gesù o Santo Natale, invece, il Signore parla direttamente per mezzo del suo diletto Figlio Unigenito: Gesù Cristo. Questo segna la grande differenza fra Antico e Nuovo Testamento e fra Antica e Nuova Alleanza.

Nel prologo del suo Vangelo, Giovanni svela l’identità di quel piccolo bambino che giace nella mangiatoia della grotta di Betlemme. Le sue parole non lasciano dubbi: quel bimbo, chiamato Gesù, è il Verbo, il Logos la Parola del Padre, il Figlio del Dio vivente. Questo Figlio non è soltanto presso Dio, ma è vero Dio. Tutto è stato fatto per mezzo di lui. Senza lui  non è stato fatto nulla di ciò che esiste. Egli è la vita e la luce di tutta l’umanità. È l’erede di tutte le cose. È l’irradiazione della gloria divina. Tutti gli angeli lo adorano.

Anche il canto che precede il Vangelo invita tutti ad adorarlo: “Venite tutti ad adorare il Signore”. La ragione è che: “oggi una splendida luce è discesa sulla terra”. Nella liturgia del Natale, il tema della luce domina e si espande sovrano. Collega il Mistero dell’Incarnazione col Mistero delle Risurrezione. La luce che a Natale abbiamo visto risplendere nella Messa della mezzanotte è la stessa luce che a Pasqua vedremo sfolgorare nella Veglia della Notte Pasquale. Le preghiere iniziali e principali, delle due liturgie notturne, quella natalizia e quella pasquale, si esprimono in termini simili. Nel Natale preghiamo: “O Dio, che hai illuminato questa santissima notte con lo splendore di Cristo, vera luce del mondo”. Nella veglia pasquale diciamo: “O Dio, che illumini questa santissima notte con la gloria della Risurrezione del Signore”.

Nel Natale, il Verbo si fa nostra carne per redimerci dal peccato ed elevarci alla gloria della sua Risurrezione nella Pasqua. La lettera ai Filippesi (2, 5-11) riconosce l’intimo vincolo che collega l’umiltà dell’Incarnazione con la gloria della Pasqua. La preghiera del Natale è fra le più antiche della Chiesa. Essa spiega che il Verbo si fece carne, ossia assunse la nostra natura umana perché noi potessimo condividere la sua vita divina. A Betlemme, la fede dei pastori riconobbe la presenza del Figlio di Dio nei segni poveri del bambino in fasce, della mangiatoia e della grotta. Nelle celebrazioni eucaristiche, il nostro sguardo di fede riconosce la presenza del Figlio di Dio nei segni poveri del pane e del vino. L’ammirevole scambio in cui Cristo condivide la nostra umanità e ci fa partecipi della sua divinità, avviene, proprio nell’Eucaristia, il più profondo e misterioso scambio di doni. Il Figlio di Dio ci dà il potere di diventare figli di Dio, perché ci rigenera. Nel Natale, Liturgie e Scritture trasmettono grandi verità. Come ricordarle e viverle? A questa domanda, Liturgie e Scritture del Natale rispondono indicando l’esempio decisivo della Santissima Madre del Signore, che tutti dobbiamo imitare: “Maria custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore”. Custodire e meditare. È questo il vero atteggiamento verso ogni Mistero di Dio.

 

Preghiamo con la Liturgia della Chiesa

 

Le orazioni della Messa del giorno iniziano rilevando il dono mirabile della redenzione e del condividere la vita divina del Figlio, che ha voluto assumere la nostra natura umana: O Dio, che in modo mirabile ci hai creati a tua immagine, e in modo più ammirabile ci hai redenti, fa’ che possiamo condividere la vita divina del tuo Figlio, che oggi ha voluto assumere la nostra natura umana.

L’orazione sulle offerte chiede che mediante il sacrificio eucaristico, espressione perfetta della nostra fede, possa giungere fino a noi e a tutti gli uomini il dono natalizio della pace: Ti sia gradito, Signore, questo sacrificio, espressione perfetta della nostra fede, e ottenga a tutti gli uomini il dono natalizio della pace.

Infine, l’orazione conclusiva chiede per tutti il dono della vita immortale del Figlio, che ci ha rigenerati e resi figli del Padre celeste: Padre santo e misericordioso, il Salvatore del mondo, che oggi è nato e ci ha rigenerato come tuoi figli, ci comunichi il dono  della sua vita immortale.

Gualberto Gismondi OFM