“La sacra Bibbia”: perché questa rubrica?

 

 

Anche gli antichi avevano la scienza

 

Scienza e scienze esistevano molto prima dell’era moderna. Dalla notte dei tempi a oggi, astronomi, medici, farmacisti, ingegneri, architetti ecc., realizzarono con mezzi poverissimi, opere molto ardite. Reperti preistorici e archeologici mostrano imprese e risultati notevoli, attuati con strumenti molto imperfetti, da persone molto ingegnose. L’uomo antico sopperiva all’imperfezione dei suoi mezzi, perfezionandoli e inventandone nuovi, con acuto ingegno e capacità di pensiero sovente eccezionale. Alcuni esempi? Sì: precisi calcoli astronomici (eclissi solari, lunari e moti planetari); farmaci antenati dei nostri; costruzioni imponenti, talora arditissime; monumenti che sopravvivono ai millenni; edifici imponenti testimoniati da rovine plurisecolari ecc. Allora, molti scienziati erano sacerdoti delle varie religioni. Nella modernità le cose mutarono. Insuperbiti per la loro scienza neonata, alcuni, sbagliando, pretesero di leggere la Bibbia come un vecchio testo di scienze o di storia. Di qui le loro critiche e accuse, come avvenne nei casi di Galilei e di Darwin.

 

Bibbia: libro né di scienza né di storia

 

Ovviamente, alcuni fatti in essa descritti hanno a che fare anche con elementi storici e aspetti scientifici, ma i suoi contenuti, scopi e fini sono spirituali, religiosi ed etico-morali. Se si dimentica ciò si cade in errori ed equivoci grossolani, come testimoniano quattro secoli d'incomprensioni ingiustificate e arbitrarie e immaginari conflitti. Immaginari, perché esistenti solo nella testa di chi li pensa, ma non nella realtà dei fatti. Tutti questi inconvenienti infransero la plurimillenaria alleanza fra religione, fede e scienza, con grave detrimento di tutt’e tre. Dal 1600 al 2000, però, scienza, scienze e storiografia sono molto cambiate e cambieranno ancora profondamente. È necessario e urgente, ormai, aggiornare da capo a fondo, e superare del tutto, le “invecchiatissime idee moderne”. Lo esigono e ce lo c’insegnano molti fatti importanti e interessanti, che esamineremo nei prossimi articoli. A titolo di esempio, inauguriamo questa rubrica con un episodio eloquente e significativo, riguardante il Libro di Daniele, che la liturgia ci propone proprio in questi giorni. Esso coinvolge storia e archeologia, storici e archeologi. Il caso dell’archeologia palestinese iniziata nel 1890 da Flinders Petrie è, infatti, emblematico.

 

 

“Grideranno le pietre”

 

Riguardo all’archeologia, alcuni divulgatori, male informati e incompetenti, avevano inventato lo slogan: “ogni colpo di piccone dato in Palestina strappa via una pagina della Bibbia”. Tale idea così superficiale si dimostrò quasi subito errata e tale rimane tuttora. Più di diciotto secoli prima, però, un certo artigiano di Nazareth, ritenuto anche un rabbì, aveva detto una cosa diversa, dimostratasi vera fino a oggi. La riporta il vangelo di Luca (19, 37-39). Ai suoi avversari, che volevano impedire alla folla entusiasta di acclamarlo: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore”, Gesù rispose: “In verità vi dico, se questi taceranno, grideranno le pietre”. Mai previsione fu più vera di questa. Milioni di pellegrini e di assidui visitatori dei paesi ricordati nella Bibbia, da venti secoli confermano che anche le pietre gridano veramente, insieme a reperti archeologici e storici, già innumerevoli e sempre crescenti in qualità e numero. Fra essi non vi sono solo pietre, ma anche muri, mattoni, metalli, avorio, vetri, ceramiche, pergamene, tessuti, papiri ecc. Il Rabbì di Nazareth era un indovino, un profeta o, come disse lui stesso, “molto più di un profeta” (Mt 12,41; Lc 11, 31)? Quanto alle pietre, agli anziani e i sommi sacerdoti che gli si opponevano, recitò il Salmo 118: “La pietra che i costruttori hanno scartato è divenuta testata d’angolo”. Definì, quindi, se stesso “pietra angolare”, aggiungendo: “Chi cadrà su questa pietra si sfracellerà e a chi cadrà addosso lo stritolerà” (Lc 20, 17; Mt. 21, 42). I due verbi si addicono bene a tutti i dubbi, idee, critiche, negazioni, opinioni, tesi e ipotesi sulla Bibbia, formulate nei millenni trascorsi. Come tutte le illusioni e gli errori, sono state sfracellate dai fatti e stritolate dalla realtà.

 

Gualberto Gismondi