Cose, fatti, concretezza e realtà. Bibbia: abiti e vesti

Per parlare del mondo di Dio e delle verità invisibili, soprannaturali, la Bibbia non ricorre a pensieri difficili e astrusi ma a cose, realtà e oggetti concreti.

Cominciamo a esaminare il campo degli abiti e delle vesti. Essi hanno una grande importanza espressiva nella Bibbia, tanto da venir utilizzati, addirittura, per descrivere Dio.

Egli è “avvolto di luce come di un manto” (Sal 104,2). Qusta frase esprime lo splendore infinito delle persone divine.

La maestà divina, invece, è indicata con queste diverse espressioni: “Splendore e maestà è il vestito di Dio” (Sal 104,1). Per manifestarne l’onnipotenza, Isaia dice che Dio è sempre “Magnifico nella sua veste e che procede pieno di forza” (Is 63,31).

Egli è il Creatore e Signore che si prende cura dell’intero universo. Ecco come: veste il mare di nubi (Gb 38,9), copre gli abissi come un manto (Sal 104,6), veste i cieli di nero (Is 50,3), veste l’erba dei campi (Mt 6,30; Lc 12,28).

La sua onnipotenza sulle forze della natura è espressa con il suo avvolgere le acque come in una veste (Pro 30,4). Il creato e la natura, tuttavia, si logorano e le loro sembianze sono transitorie.

Il Signore, perciò, provvede anche a questo. Le “forze della natura si logorano come una veste” data la loro caducità e contingenza, ma al Signore, dice il salmista: “come un abito tu le muterai”. Queste espressioni indicano la potenza divina, ma anche l’amore col quale Dio si prende cura delle sue creature, che non dimentica, né abbandona mai.

Nella parabola, Gesù invita i suoi discepoli a vestirsi in modo degno e adeguato, per essere accolti al banchetto delle nozze eterne e sedersi alla mensa del Figlio del Re (Mt 22,11-12).

Per questa occasione suprema bisogna prepararsi con abiti splendenti e preziosi, gli unici veramente adeguati. La redenzione raggiunge il suo culmine nei cieli dove i credenti vestono abiti splendenti perché lavati nel sangue dell'Agnello (Ap 7,14). Là, tutta la Chiesa sarà vestita come una sposa adorna per il suo sposo (Ap 21,2).

Gualberto Gismondi