Maria Immacolata luce nell’avvento dogmaimmacolata

 

   Nell’avvento, il Mistero dell’Immacolata Concezione indica la Beata Vergine Maria come primizia, modello, anticipo e prototipo dell’umanità redenta e santificata da Cristo.

   La Chiesa mostra nella santa Madre di Dio il culmine e la pienezza dell’attesa messianica dell’umanità. Maria anticipa l’umanità, che va incontro al Signore che viene.

   Nella Chiesa, lungo i secoli, la fede del popolo sostenne l’Immacolata concezione di Maria, benché molti teologi e dotti si opponessero. Nel secolo XVII la fede popolare generò confraternite, preghiere, altari e cappelle intitolate all’Immacolata Concezione. Allora, anche le grandi università spagnole e italiane s’impegnarono. Dal 1621 i predicatori francescani divulgarono tale fede. Fra questi si distinse, poi, anche S. Leonardo da Porto Maurizio.

   Nella bolla “Ineffabilis Deus” (1854), Pio IX lodò la fede nell’Immacolata Concezione come “piissimo desiderio del mondo cattolico”. Si avvalse pure degli argomenti con i quali il francescano, Beato Giovanni Duns Scoto († 1308) superò le difficoltà dei teologi. Dimostrò infatti che l’Immacolata Concezione non è un’eccezione alla redenzione salvifica universale di Cristo, ma la sua perfetta espressione e piena realizzazione.

Maria Immacolata è il capolavoro assoluto, attuato dalle persone divine, per redimere, salvare e santificare l’umanità mediante l’Incarnazione del Figlio di Dio, Gesù. La dimostrazione storica e teologica era lenta e difficile, mentre la fede viva e la tradizione della Chiesa docente e discente avanzarono più veloci, con sicurezza e certezza.

   L’8 dicembre 1854, Chiesa e mondo ascoltarono le parole della “Ineffabilis Deus”: “Dichiariamo, pronunciamo e definiamo che la dottrina che ritiene che la beatissima vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per singolare grazia e privilegio di Dio onnipotente e in vista dei meriti di Gesù Cristo, salvatore del genere umano, sia stata preservata immune da ogni macchia della colpa originale, è rivelata da Dio e perciò da credersi fermamente e costantemente da tutti i fedeli”.Quattro anni dopo, a Lourdes, la “Signora vestita di bianco”, che appariva a Bernadette Soubirous, disse alla giovinetta: “Io sono l’Immacolata Concezione”.

   Questa verità recò molti benefici. Confermò che: 1) la fede della Chiesa avanza mediante l’unità di tutti i suoi membri, popolo, magistero e teologi; 2) le indagini storiche e logiche sono necessarie ma insufficienti; 3) la vera unica forza è il senso della fede che fa “percepire e sviluppare, nello Spirito Santo, tutte le virtualità incluse nella Rivelazione”; 4) l’assidua assistenza dello Spirito Santo, che orienta e guida la Chiesa, è il fondamento della fede e la base indispensabile per conoscere tutta la verità; 5) i divini misteri si conoscono collegandoli fra loro.

   Per il dogma dell’Immacolata, quindi, non bastava concentrarsi solo sulla persona di Maria, ma era necessario approfondire anche le altre verità, quali: peccato originale, grazia, salvezza voluta dal Padre, redenzione attuata da Cristo e per lo Spirito Santo, condizione escatologica di Maria, culto liturgico, realtà e vita della Chiesa, ecc.

  Divenne inoltre sempre più chiaro che, essendo la Sacra Scrittura ispirata dallo Spirito Santo, per interpretarla e capirla correttamente è necessario: 1) Fare attenzione a tutto il suo contenuto e la sua unità. 2) Leggerla secondo la Tradizione vivente della Chiesa. 3) Valorizzare l’analogia della fede, che è la comunione fra tutte le verità di fede e l’intera Rivelazione (Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 111-114).

 Gualberto Gismondi