Quaresima

 

Gesu-risorto10. Seconda settimana di Pasqua

 

Uno sguardo ai testi biblici, scelti dalla liturgia per il periodo di Pasqua, ci consente di contemplare il mistero pasquale in modo sempre più profondo e articolato.

Le letture dei Vangeli, infatti, cominciano nella Messa del giorno di Pasqua, con la descrizione del Vangelo di Giovanni che riferisce, con ricchezza di dettagli e particolari significativi, la realtà del sepolcro vuoto. Tutti i Vangeli di questo periodo, cominciando da quelli proposti per la notte santa, sono molto ricchi di spunti meditativi e si prestano a un’amorosa contemplazione.

È particolarmente significativo lo splendido episodio evangelico della Messa vespertina del giorno di Pasqua, nel quale Luca racconta Gesù che appare ai discepoli in cammino verso Emmaus e sosta con loro per spezzare il pane.

Nel Tempo Pasquale le prime letture non sono più tratte dall’Antico Testamento, ma dal Nuovo e, in particolare, cominciano dai primi passi della Chiesa primitiva, che porta nel mondo il messaggio della Risurrezione di Cristo. Queste letture del Nuovo Testamento si soffermano su come approfondire e vivere il mistero pasquale nella Chiesa.

Fino alla terza Domenica di Pasqua si leggono le parti del Vangelo che descrivono le apparizioni del Signore risorto.

Nella quarta Domenica di Pasqua si legge il Vangelo di Gesù Buon Pastore e “Unica Porta” di salvezza per le sue pecore.

Nella quinta, sesta e settima Domenica di Pasqua si leggono i brani più significativi del discorso e della preghiera del Signore al termine dell’ultima cena.

Le significative letture dell’Antico e Nuovo Testamento proclamate nelle liturgie del Giovedì, Venerdì e Sabato Santo costituiscono uno dei momenti più intensi del mistero del Signore, morto e risorto per noi. Esse sono particolarmente formative per la fede di tutto il popolo di Dio e per la vita della Chiesa, lungo tutto l’anno liturgico.

Nel Tempo di Pasqua, questi testi biblici hanno la preziosa funzione di offrire ripetute e continue occasioni di riflessione e contemplazione sui misteri della Passione, Morte e Risurrezione di Cristo, contenuto centrale e fondamentale di tutte le Scritture.

Questo tempo liturgico, quindi, è veramente privilegiato per fare risuonare nei cuori dei credenti e proclamare nel mondo intero, la fede nel Signore Gesù Cristo: Figlio di Dio, morto per i nostri peccati “secondo le Scritture” (1 Cor 15, 3) e  risuscitato il terzo giorno “secondo le Scritture” (1 Cor 15, 4).

   

Domande per approfondire: 

Nel Vangelo di Giovanni, che cosa indicano la realtà e la descrizione del sepolcro vuoto?

Perché nelle domeniche di Pasqua si leggono i Vangeli che descrivono le apparizioni del Signore risorto?

Passione, Morte e Risurrezione di Cristo sono il contenuto fondamentale di tutte le Scritture? 

Gualberto Gismondi ofm

 

Pasqua 49. Prima settimana o “Ottava” di Pasqua

 

Il Tempo di Pasqua o Tempo Pasquale comincia con la Domenica di Pasqua e termina con la Domenica di Pentecoste. I suoi primi otto giorni costituiscono l’Ottava d Pasqua e si celebrano come un’unica solennità. Questo periodo liturgico è il più antico, già apprezzato nella Chiesa delle origini, nella quale tutti i giorni: si celebrava la sinassi o assemblea eucaristica; si ripeteva il canto dell’alleluia; si pregava in piedi in segno di gioia ed esultanza; era severamente proibito digiunare. Questi otto giorni erano come un giorno unico e ininterrotto di gioia pasquale, nei quali celebrare tutti gli aspetti del mistero di Cristo. In essi, infatti, il Signore era adorato come: risorto, apparso, asceso al cielo, glorificato, alla destra del Padre, datore di Spirito Santo.

In tutto questo periodo, i neo-battezzati vivevano l’esperienza ecclesiale della loro rinascita. In seguito, nei cinquanta giorni pasquali furono incluse anche le feste dell’Ascensione e della Pentecoste. Anche la riforma liturgica più recente ha sottolineato che questi cinquanta giorni devono essere celebrati con grande gioia ed esultanza, come fossero un solo giorno, ossia un’unica grande domenica. Anche il nome delle domeniche di questo periodo è stato mutato. Non si chiamano più “Domeniche dopo Pasqua”, ma “Domeniche di Pasqua”. Questo mutamento vuole significare che il mistero la Pasqua continua in esse. Inoltre, la Pasqua non è considerata o celebrata soltanto in se stessa, ma sempre riferita alla Chiesa nata dalla Pasqua, per cui si vive e si professa la stessa comunione con il Signore Risorto, mediante lo Spirito Santo. La tradizione liturgica considera altri due importanti aspetti di questo periodo: quello messianico e quella escatologico. Quello messianico sottolinea che la Chiesa è appena uscita dal costato e dal cuore di Gesù Cristo, aperto quando era ancora in croce. Quello escatologico considera la Chiesa come inizio delle realtà finali, ossia degli ultimi tempi, proprie dell’era escatologica. La Chiesa primitiva dedicava questo tempo, particolarmente agli adulti neo-battezzati (neòfiti), perché approfondissero e assimilassero sempre più il mistero di Cristo espresso nei grandi sacramenti del Battesimo, Cresima-Confermazione ed Eucaristia. Tutto si svolgeva in un clima spirituale di grande fede, profonda gioia e viva speranza.

Le letture della Parola di Dio erano prese soprattutto: dagli Atti degli Apostoli che indicavano il progressivo sviluppo della Chiesa primitiva, appena uscita dal cuore di Cristo; dall’Apocalisse per mostrare l’aspetto finale e glorioso della Chiesa; dal Vangelo di Giovanni per approfondire la figura di Cristo, Agnello immolato e glorioso e Grande Pastore Buono, che guida il suo gregge ai pascoli eterni. Le due solennità successive, l’Ascensione e la Pentecoste, furono inserite come momenti conclusivi dell’unico mistero pasquale di Cristo giunto a compimento nell’esaltazione e gloria alla destra del Padre (Ascensione) e nell’azione del Signore, Re dell’Universo che effonde lo Spirito Santo del Padre e suo (Pentecoste), sulla comunità dei suoi credenti (la Chiesa) chiamati a vivere la sua stessa vita.

Pasqua 7   

Domande per approfondire:

 

Come si celebravano nella Chiesa degli inizi i cinquanta giorni pasquali? 

 

Che cosa significa dire che il Tempo di Pasqua è messianico e, insieme, escatologico

 

Perché la Chiesa primitiva approfondiva in questo tempo i sacramenti del Battesimo, della Cresima o Confermazione e dell’Eucaristia

 

Gualberto Gismondi ofm

 

Settimana Santa8. Settimana santa, passione, triduo pasquale

 

I giorni dalla Domenica delle Palme alla Domenica di Pasqua formano la “Settimana Santa”.

Dalla messa vespertina del giovedì santo detta “Cena del Signore” (In coena Domini) fino ai Vespri della Domenica di Pasqua, si celebrano i grandi misteri della nostra redenzione.

Il “Triduo Pasquale”  non è una preparazione alla Pasqua, ma è già la Pasqua celebrata in tre giorni, mistero unico celebrato in tre momenti, per lo spazio di tre giorni. In essi si celebra e si rende presente Gesù nel suo “passaggio da questo mondo al Padre” ossia dalla sua passione, morte e sepoltura, alla sua risurrezione.

 

È il Giovedì Santo ad aprire il triduo, con l’eucaristia della sera, nella quale Gesù si accinge a donare la propria vita, come sacrificio di espiazione, per la salvezza dell’umanità e del mondo. In questo sacrificio Egli rivela il suo infinito amore istituendo il convito della nuova alleanza. A sua volta, la Chiesa gli risponde, comunicandosi, ossia ricevendo in risposta d’amore, il suo santissimo sacramento che nelle ore successive adorerà silenziosamente e solennemente.

 

Il Venerdì Santo è il giorno della Passione e morte del Signore. Essendo giorno di digiuno eucaristico, l’Eucaristia non viene celebrata. Vi è invece una solenne liturgia pomeridiana per commemorare la passione e la morte di Cristo, Agnello immacolato e innocente, immolato per la salvezza di ognuno e dell’umanità intera. La celebrazione è dominata dalla Croce, strumento di vittoria e trono di gloria del Salvatore, che viene presentata all’adorazione dei fedeli. Questo atto non è di pianto o di lutto, ma di amorosa contemplazione del sacrificio del nostro Redentore, dal quale è scaturita la salvezza del genere umano. Cristo non è un vinto ma il vincitore e sulla sua croce si mostrano già le prime luci della risurrezione, che illuminano l’oscurità del dolore con il chiarore della speranza che prelude alla gioia.

 

Il Sabato Santo ricorda soprattutto la sepoltura di Gesù e la sua discesa agli inferi, nella quale ha attuato il suo estremo abbassamento, al fine di liberare coloro che erano prigionieri nel regno della morte. La Chiesa ricorda il suo Signore col silenzio, il pianto, il lutto, gli altari spogli, il tabernacolo vuoto, le luci spente o attenuate. La sua attesa, però, continua nell’atteggiamento della fervida e ardente speranza. La notte del Sabato Santo è la più celebre e santa di tutto l’anno. La Chiesa la vive nella Veglia Pasquale, con una solenne celebrazione, la più antica, importante e ricca di contenuti e significati spirituali. Con essa l’intera Chiesa veglia, vivendo e mostrando la sua incessante attesa della venuta del Signore, nel giorno in cui porterà a compimento il nuovo, definitivo passaggio di tutta l’umanità, dalla morte del peccato alla nuova vita e alla risurrezione in Cristo. I riti iniziali si svolgono attorno al cero, simbolo di Cristo risorto, che illumina il cammino della Chiesa e dell’umanità. Alla luce di Cristo ascoltiamo la Parola di Dio, nelle letture che ricordano tutta la storia della nostra salvezza, dalla creazione fino alla risurrezione ed esaltazione di Cristo, per poterla vivere nella vigilanza e nella speranza. Nelle chiese di tutto il mondo si svolge il battesimo dei nuovi cristiani, mentre quanti sono già battezzati rinnovano e confermano la loro professione di fede e i propri impegni battesimali. Ci  si accosta all’eucaristia, convito della nuova alleanza, in cui Cristo Agnello pasquale fattosi nostro cibo e bevanda, distrugge la morte, ci dona la sua vita divina e la sua risurrezione. L’eucaristia della veglia pasquale è il culmine non solo del triduo pasquale, ma anche dell’intero anno liturgico, sorgente della gioia pasquale e conclusione eucaristica del triduo santo. Nella domenica della Risurrezione o Pasqua, le Messe saranno il prolungamento dell’eucaristia notturna in cui, rinnovati nello Spirito siamo rinati nella luce del Signore risorto.

La Croce di Gesù

  

Domande per approfondire:

 

Che cosa avviene il Giovedì Santo nell’eucaristia celebrata alla sera, che apre il solenne triduo pasquale?

 

Che cosa significa nel Venerdì Santo la celebrazione dominata dalla Croce proposta all’adorazione dei fedeli, come strumento di vittoria e trono di gloria del Salvatore?

 

Che cosa  esprime la Veglia Pasquale, nella solenne celebrazione dell’intera Chiesa, che prega nella più antica e importante veglia ricca di contenuti e significati spirituali?

 

Gualberto Gismondi ofm