Conversione 14. Quaresima: penitenza e conversione nel Nuovo Testamento

Luca ha riassunto il messaggio profetico della penitenza-conversione, con chiarezza e attualità per tutti i tempi, nella missione del precursore: “ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio” (Lc 1,16).

Gesù non si limita a ricondurre, ma proclama: “convertitevi perché il regno dei cieli è vicino”. È  venuto, infatti, a convertire con potenza e prontezza. In lui opera il potere divino di assolvere tutti i peccati (Mt 9,6), di liberare da tutte le forze del male, di vincere le nostre pretese di auto-sufficienza, di scioglierci da ogni attaccamento a qualsiasi forma di ricchezza e di potere terreno. Per tutto questo, Gesù offre, ma anche esige, la conversione del nostro cuore, che ci ridà la semplicità dei bambini, per continuare a cercare sempre il Regno di Dio e la sua giustizia. conversione

Il suo annuncio della massima gioia in cielo, per ogni peccatore che si pente e si converte, produce grandi reazioni di gioia per quanti si riconoscono peccatori, ma di rabbia e scandalo per gli scribi e i farisei che si ritengono “giusti”.

Dopo la sua Risurrezione Gesù invia i suoi apostoli a tutte le nazioni, ad annunziare la conversione e la remissione dei peccati. Per entrare nel Regno i Giudei dovranno ravvedersi e attuare un radicale cambiamento morale e religioso, fondato sulla fede in Gesù Cristo, Messia e Figlio di Dio. Genti, popoli e nazioni pagane, devono ravvedersi moralmente, “volgere le spalle” ai loro idoli, ossia distaccarsene, volgersi all’unico e vero Dio Vivente, Creatore del cielo e della terra, Padre di tutti gli uomini e il suo Unigenito Figlio Gesù, Salvatore e Redentore dell’umanità. I suoi gesti e le parole di salvezza e santificazione, continuano ora nei sacramenti delle sua Chiesa.

Di qui la loro necessità: il battesimo anzitutto, poi la cresima-unzione-confermazione dello Spirito Santo. Per chi cade ancora in peccato, vi è la penitenza o confessione, prolungamento e rinnovamento della conversione battesimale.

La storia dell’umanità dimostra però, che una parte d’Israele indurì il cuore davanti a Cristo e alla predicazione degli Apostoli. Anche oggi alcune persone, popoli e nazioni si ostinano a non vedere in Cristo il loro Signore, Salvatore e Redentore. Chi non si pente, non crede, e rifiuta di rendergli gloria (Ap 16,9.11) s’indurisce nell’impenitenza (Ap 9,20) e rimane nella morte. Da ogni “generazione perversa” (At 2,40), invece, si salvano quanti credono in Cristo e si convertono.

La conversione battesimale opera una volta per tutte, ma i battezzati, possono ricadere nel peccato. Per questo il Signore ha dato alla sua Chiesa la perenne facoltà di assolvere. Fino alla fine dei tempi, quindi, essa deve provvedere al ravvedimento, la penitenza, la conversione necessari per rimanere o ritornare alla salvezza. Il sacramento della conversione o penitenza, quindi, ha il grande compito di rinnovare, prolungare e perfezionare la conversione battesimale nella vita di ogni cristiano e della chiesa. Paolo VI sottolineò che in ogni tempo della vita, per gli esseri umani e la Chiesa, la conversione-penitenza-metànoia è l’intimo, radicale cambiamento grazie al quale ognuno può ripensare, giudicare e riordinare tutta la propria vita sotto l’impulso della grazia santificante che Dio ci dona generosamente, per portare frutti di bontà, perdono, riconciliazione, salvezza e santità. 

 

Domande per approfondire:  

Conversione e pentimento esigono un radicale cambiamento umano, religioso e morale, fondato su un esplicito atto positivo di fede in Gesù, Cristo e Messia? 

Convertirsi significa pensare, giudicare e riordinare tutta la propria vita sull’impulso della grazia divina?  

Le mie confessioni cambiano profondamente la mia vita verso Dio e verso il prossimo? 

Gualberto Gismondi ofm