• 06 Apr

 

La resurrezione di Lazzaro6. Il mistero della morte e risurrezione di Lazzaro

 

Nel sabato della quinta settimana di Quaresima il Vangelo presenta le conseguenze più importanti della risurrezione di Lazzaro, compiuta da Gesù per salvare il suo popolo.

Giovanni, infatti, sottolinea giustamente che molti credettero in Gesù. Il fatto è grandioso. Lazzaro e le sue sorelle erano persone esemplari, molto conosciute, stimate e amate. La permanenza di quattro giorni, nel sepolcro, aggiungeva al dolore della morte, la consapevolezza e l’orrore della corruzione avanzata. Questi fatti innegabili rendevano la risurrezione di Lazzaro più misteriosa e prodigiosa delle altre operate da Gesù. Nessuno poteva negarla, tanto meno i nemici irriducibili di Gesù: farisei, capi dei sacerdoti e sinedrio. Essi si riunirono perché i grandi segni compiuti da Gesù facevano credere sempre più in lui. Scribi e farisei, non lo sopportavano, reagendo con timore, odio, invidia e gelosia. I capi pensavano all’aspetto politico-religioso. Sorgeva un nuovo popolo di Dio, che credeva in Gesù. Più tardi l’affermarsi della Chiesa avrebbe provocato disperazione nei farisei e terrore nei principi dei sacerdoti.

Giovanni annota giustamente che il Sommo Sacerdote Caifa, per l’autorità della sua carica non parlò a titolo personale dicendo che si doveva uccidere Gesù per salvare Israele, ma profetizzò inconsapevolmente. Veramente la morte di Gesù salvò non solo Israele, ma anche tutta l’umanità, perché il Figlio di Dio volle morire per riunire in un solo popolo di salvati, tutti i figli di Dio, divisi e dispersi. Il nuovo popolo di Dio era il suo Regno, la sua Chiesa e includeva non solo i giudei, ma tutti i popoli della terra.

L’assassinio sciagurato e feroce proposto da Caifa, invece, provocò la misera fine dell’antico popolo di Dio. Uccidere un uomo santo e innocente come il Figlio di Dio non salvava nessuno. Al contrario, affrettò la distruzione d’Israele, Gerusalemme e il Tempio a opera dei Romani. Col suo sacrificio sulla croce, Gesù stabilì per sempre la sua presenza fra noi.

Solo l’amore di Dio Padre e il dono del suo Figlio diletto, immolato per noi, potevano salvare l’umanità. Cristo è il Tempio vero, santo e definitivo del Dio vivente. Il Regno di Cristo è la nuova Gerusalemme celeste, servita dagli angeli. Solo la passione, morte e risurrezione di Gesù generarono l’umanità unita, secondo le intenzioni divine. Solo la morte di Gesù sanò e guarì tutte le divisioni, creando l’unione completa fra gli uomini dispersi e separati da Dio, divisi fra loro e dentro di loro. La Chiesa, vero popolo degli eletti di Dio, cura maternamente il frutto di queste unioni.

Cristo, con la sua morte e risurrezione ha vinto la nostra morte e ci ha conferito la sua risurrezione. La sua potenza divina introduce la nostra vita umana nell’unità della vita divina, nella vita eterna e nell’infinito, inesauribile amore del Dio vivente.  

   

Domande per approfondire:

  

Quali eventi grandi e innegabili rendono la risurrezione di Lazzaro più misteriosa e prodigiosa delle altre risurrezioni operate da Gesù?

 Perché Dio volle includere nel Regno di Cristo, la Chiesa suo nuovo popolo, non solo i giudei, ma anche tutti i popoli della terra?

 Come Cristo ha vinto la nostra morte e ci ha conferito la sua risurrezione?

 

Gualberto Gismondi ofm