• 03 Giu

16. Domenica di Pentecostepentecoste 2

Al termine delle sette settimane pasquali, nel giorno di Pentecoste, la Pasqua di Cristo è completa con l'effusione dello Spirito Santo, Persona divina manifestata e donata alla Chiesa e all’umanità da Cristo Signore.

Cristo, infatti, dalla sua pienezza, effonde a profusione lo Spirito (At 2,33-36). In questo grande giorno, la Santissima Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo è rivelata pienamente. Il Regno dei cieli promesso da Cristo è aperto definitivamente a quanti credono nel Figlio di Dio fatto uomo.

Se crediamo in lui con umiltà e fede siamo già in comunione con la Santissima Trinità. La presenza dello Spirito Santo introduce negli “ultimi tempi”, considerati tempo della Chiesa, nel quale il Regno è già presente benché non ancora completato. Nei Vespri di Pentecoste, l’Ufficio bizantino delle Ore presenta una splendida preghiera, sintesi mirabile di fede cristiana: “Abbiamo visto la vera Luce, abbiamo ricevuto lo Spirito celeste, abbiamo trovato la vera fede: adoriamo la Trinità indivisibile, perché ci ha salvati”.

Dopo che il Figlio attuò l'opera da compiere sulla Terra, affidatagli dal Padre, ascese a lui e sedette alla sua destra, lo Spirito Santo fu inviato per completare la santificazione della Chiesa. Nella Pentecoste la Chiesa fu manifestata pubblicamente alla moltitudine dei popoli e iniziò la diffusione del Vangelo mediante la predicazione. Da allora la Chiesa “convoca” tutti gli uomini alla salvezza, ed è per sua natura, missionaria. È Gesù stesso a inviarla a tutti i popoli, per farli discepoli (Mt 28,19-20). A tal fine, la Pentecoste manifestò al mondo la Chiesa mediante l’effusione visibile e sensibile dello Spirito Santo: vento gagliardo, fiamme di fuoco su ognuno, lingue parlate e comprese da tutti.

In quel giorno, lo Spirito Santo Paràclito inaugurò il nuovo tempo della Chiesa. Il termine “Paràclito” è tradotto abitualmente “Consolatore”. In realtà è molto più ricco e complesso. Significa, infatti anche: avvocato, aiuto, difensore e protettore. Lo Spirito del Signore è sempre tale per la Chiesa e ogni credente. Egli vive con noi in tutto il “tempo della Chiesa”, nel quale il Signore manifesta e comunica la sua salvezza con e nella Chiesa. La Chiesa continua, infatti, con la sua vita, opera, liturgia e sacramenti, ad annunciarlo “fino a che egli venga(1Cor 11,26).

Questo modo del tutto nuovo e specifico è chiamato dalle Chiese di Oriente e Occidente “economia sacramentale”, perché comunica i frutti del mistero pasquale di Cristo celebrando i “sacramenti” e la liturgia. L’assistenza dello Spirito Santo caratterizza gli “ultimi tempi”, incominciati con l’Ascensione, che si concluderanno nel “giorno ultimo”, del ritorno  del Signore con gloria e potenza. Allora si completerà il trionfo definitivo del Regno di Dio su tutte le forze del male, cresciute nel corso della storia come zizzania insieme al buon grano e “i giusti risplenderanno come il sole nel Regno del Padre loro (Mt 13, 24-30).     

 

Domande per approfondire: 

Che cosa significa il termine “Paràclito” col quale si indica lo Spirito Santo?

Che cosa s’intende col termine di “tempo della Chiesa?

Che cosa significa il termine “economia sacramentale”? 

 

Gualberto Gismondi ofm

  • 27 Mag

15. Settima settimana di Pasqua – Ascensione ASCENSIONE DEL SIGNORE

 

Il corpo di Cristo fu glorificato fin dall'istante della sua Risurrezione, come provano le nuove capacità soprannaturali di cui gode in permanenza (Lc 24,31; Gv 20,19.26). Tuttavia, nei quaranta giorni nei quali istruì i discepoli sul Regno (At 1,3) e mangiò e bevve con loro (At 10,41), la sua gloria era ancora velata nei tratti di un’umanità ordinaria (Mc 16,12; Lc 24,15; Gv 20,14-15; 21,4). L'ultima vista di Gesù terminò quando la sua umanità entrò nella gloria divina, simbolizzata dalla nuvola (At 1,9; Lc 9,34-35; Es 13,22) e dal cielo (Lc 24,51). Ormai Egli siede alla destra del Padre (Mc 16,19; At 2,33; 7,56; Sal 110,1). Dopo l’Ascensione si mostrò a Paolo, in modo eccezionale ed unico “come a un aborto(1Cor 15,8) in un’apparizione nella quale lo costituì suo Apostolo (1Cor 9,1; Gal 1,16). Nei quaranta giorni dopo la Risurrezione, la gloria velata del Risorto si mostra nelle misteriose parole a Maria Maddalena: “Non sono ancora salito al Padre: ma va' dai miei fratelli e di' loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro(Gv 20,17).

Vi è dunque una differenza fra le manifestazioni di Cristo risorto e la gloria di Cristo esaltato alla destra del Padre. L’evento storico e trascendente dell'Ascensione segna il passaggio da le une a l'altra. Gesù aveva annunciato: “Quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me(Gv 12,32). “Elevato” riguarda e annunzia sia l'elevazione sulla croce che l'ascensione al cielo.

La prima è l’inizio della seconda, la seconda è il completamento della prima. Con l’ascensione, Gesù Cristo, unico Sacerdote della nuova ed eterna Alleanza, “non è entrato in un santuario fatto da mani d'uomoma nel cielo stesso, per comparire al cospetto di Dio in nostro favore(Eb 9,24).

Nel cielo esercita il suo sacerdozio permanente, “sempre vivo per intercedere” a favore di “quelli che per mezzo di lui si accostano a Dio(Eb 7,25). È “sommo sacerdote dei beni futuri(Eb 9,11), centro e protagonista della divina Liturgia che onora il Padre nei cieli (Ap 4,6-11).

Il termine “siede alla destra del Padre” indica la gloria e l'onore della sua persona divina e del suo corpo e la sua carne glorificati. Indica anche l'inaugurazione del Regno di Dio compimento della grande visione del profeta Daniele sul Figlio dell'uomo. [Il Padre] “gli diede il potere, la gloria e il regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano; il suo potere è un potere eterno, che non tramonta mai, e il suo regno è tale che non sarà mai distrutto(Dn 7,14). Col ritorno di Cristo al Padre, gli Apostoli sono divenuti i testimoni del “Regno che non avrà mai fine”.

Gesù Cristo, Capo della Chiesa, ci precede nel regno glorioso del Padre perché noi, membra del suo corpo, possiamo vivere eternamente con lui. Intercede come Mediatore e ci assicura la perenne effusione dello Spirito Santo. Morto e ritornato alla vita è Signore dei morti e dei vivi(Rm 14,9). Con la sua umanità, partecipa alla potenza e autorità divina sui cieli e la terra, perché il Padre “ha sottomesso tutto ai suoi piedi(Ef 1,21-22). In lui cosmo (Ef 4,10; 1Cor 15,24.27-28) e storia trovano la loro “ricapitolazione(Ef 1,10) e compimento trascendente. 

 

Domande per approfondire: 

La gloria di Cristo risorto e di Cristo esaltato alla destra del Padre sono identiche?

Che cosa significa per Gesù essere seduto alla destra del Padre?

Cristo partecipa alla potenza e autorità di Dio anche con la sua umanità?    

 

Gualberto Gismondi ofm

  • 20 Mag

14. Sesta settimana di Pasqua

 

Nel mistero pasquale vi è un duplice aspetto. Cristo: con la sua morte ci libera dal peccato; con la sua risurrezione ci dà accesso a una nuova vita.

Questa vita è la giustificazione, che ci mette nuovamente in grazia di Dio (Rm 4,25) perché: “come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova(Rm 6,4).

La giustificazione consiste nella vittoria sul peccato e sulla morte e nella partecipazione alla grazia divina (Ef 2,4-5; 1Pt 1,3). Essa attua la nostra adozione filiale, poiché ci rende veramente fratelli di Cristo.

Gesù stesso, infatti, dopo la sua risurrezione, chiama “fratelli” i suoi discepoli, dicendo: “Andate ad annunziare ai miei fratelli(Mt 28,10; Gv 20,17). Siamo infatti veramente fratelli, non per natura ma per il dono della sua grazia.

Questa è chiamata filiazione adottiva e produce una partecipazione vera e reale alla vita del Figlio Unigenito, che si è rivelato pienamente nella sua risurrezione.

La risurrezione di Cristo, o più esattamente il Cristo risorto, è il principio e la sorgente della nostra risurrezione futura: “Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti”.

Inoltre: “come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo(1Cor 15,20-22). Nell'attesa di questo compimento, Cristo risuscitato vive nei suoi fedeli, facendo loro pregustare “le meraviglie del mondo futuro(Eb 6,5). La giustificazione di GesùLa vita dei cristiani, quindi, è trasportata da Cristo nel cuore della vita divina (Col 3,1-3).

Infatti: “Egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro(2Cor 5,15). È importante sottolineare che il popolo cristiano arriva a celebrare la solennità di Pentecoste, meditando sui fatti, le prospettive e i principi emersi in tutto il corso del Tempo Pasquale.

In questo tempo, infatti, Dio Padre ci colma delle sue benedizioni, effondendo nei nostri cuori lo Spirito Santo, mediante il suo Verbo incarnato, morto e risorto per noi.

Poiché lo Spirito Santo è il dono che racchiude tutti gli altri doni, anche la Pasqua è già Pentecoste, perché già dono dello Spirito Santo.

A sua volta, la Pentecoste è la manifestazione della Pasqua a tutte le genti e le nazioni, nel modo più solenne e convincente, esterno e visibile. Riunisce, infatti, le più diverse lingue umane, in un’unica nuova lingua, quella delle “grandi opere di Dio(At 2, 11).

Di queste, le massime sono: l’Incarnazione, la Passione, la Morte, la Risurrezione e l’Ascensione del Figlio Unigenito di Dio e Signore Nostro Gesù Cristo. Poiché esse si sono manifestate e rivelate nella morte e la risurrezione di Gesù, la Chiesa nelle celebrazioni eucaristiche, all’orazione sulle offerte, invoca: “manda, o Padre, lo Spirito Santo promesso dal tuo Figlio, perché riveli pienamente ai nostri cuori il mistero di questo sacrificio e ci apra alla conoscenza di tutta la verità”.

Per i fedeli, la partecipazione alla Santa Comunione diventa l’evento della loro Pentecoste, poiché l’Eucaristia è Pentecoste. L’antifona alla Comunione è cantata da quanti si recano a ricevere il Corpo e il Sangue del Signore e ripete le parole della Scrittura che racconta la Pentecoste: “Tutti furono ripieni di Spirito Santo e proclamavano le grandi opere di Dio. Alleluia”. Le grandi opere di Dio si compiono tutte le volte che ogni fedele riceve l’Eucaristia. 

      

Domande per approfondire:

 

 

In che cosa consiste la giustificazione? 

In che modo la Pasqua è già Pentecoste?

Quando si compiono le grandi opere di Dio nella vita dei fedeli?

 

Gualberto Gismondi ofm