Presentazione del Signore GesùPresentazione di Gesù al tempio (Candelora)

Nell’Antico Testamento si dovevano consacrare a Dio tutte le primizie. I primogeniti, in particolare, dovevano essere offerti e consacrati a Dio entro il quarantesimo giorno. Per questo Gesù fu presentato al tempio, da Maria e Giuseppe.

Questo fatto importante fu ben presto celebrato solennemente dalle Chiese d’Oriente e d’Occidente. Per la fede cristiana esprimeva l’incontro con il Signore luce delle genti, che in Oriente era detto “Ypapante”.

I fedeli si riunivano quando era ancora notte, in processione, per recarsi all’incontro. La meta era, in Oriente, la basilica dell’Anastasis o Resurrezione, dai latini detta Santo Sepolcro e a Roma la Chiesa di S. Maria Maggiore.

I ceri accesi illuminavano il cammino notturno e raffiguravano la fede. Unendosi lungo il cammino i fedeli diventavano un grande processione di luce, che squarciava le tenebre della notte.

Arrivati alle Chiese al sorgere del giorno, celebravano l’Eucaristia. La luce delle candele simboleggiava il Cristo che vince le tenebre e conduce tutta l’umanità alla piena luce divina.

Questa festa suggestiva divenne molto popolare e perdura, ormai, da più di sedici secoli. Le candele benedette e distribuite sono conservate con fede e amore. La pietà popolare la chiama “Candelora”.

I caratteri della festa sono bene espressi dal Vangelo (Lc 2, 22-40). Gesù l’Unigenito-Primogenito è consacrato al Padre per la sua missione. Incontro a Maria col Bambino vanno Simeone e Anna, due “giusti”, molto avanti negli anni, che rappresentano l’attesa del Salvatore, vissuta dall’umanità lungo i secoli.

Maria fu la prima ad incontrare Cristo, accogliendolo nella propria carne, accompagnandolo fino ai piedi della Croce, al sepolcro e, poi, alla Risurrezione. Rappresenta, perciò, tutta l’umanità che va incontro aDio, alla luce del Natale e della Pasqua, al prezzo, però, di una dolorosa trafittura di spada, per l’anima. Così annuncia la profezia di Simeone.

Nel tempio, Anna loda Dio e poi va a parlare del bambino in tutta Gerusalemme.

Questi fatti ispirano profonde considerazioni per la nostra vita cristiana. Eccone alcune.

Andiamo sempre incontro al Signore, perché la sua luce divina illumini sempre le nostre tenebre umane.

Non temiamo mai le tenebre del mondo, ma illuminiamole coraggiosamene con la luce della nostra fede. Unire sempre la nostra luce piccola e tremolante a quella della comunione ecclesiale, che ne fa un torrente di luce che avanza e dilegua ogni oscurità.

Continuiamo sempre a camminare nelle notti tenebrose, per giungere all’alba luminosa, nel tempio inondato di luce, che è Cristo stesso.

CandeloraÈ Gesù, infatti, l’unico vero e intramontabile sole di verità e di giustizia. Per questo la Chiesa conclude ogni giorno la sua preghiera col bellissimo cantico di Simeone: “Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele”.

Ripetiamola sempre nel nostro cuore, per poterla cantare, con gioia, del nostro incontro definitivo con Gesù, il Signore di ogni luce.   

Gualberto Gismondi